Nell’area didattica della cosmesi vengono trattate varie tematiche: cura del corpo, del viso e dei capelli, il make up e la produzione e l’uso dei profumi.
Inoltre propone diverse repliche di strumenti utilizzati dall’ornatrix, addetta alle acconciature, e l’esposizione di alcuni ingredienti utilizzati dalla cosmetes, adetta alla realizzazione del trucco e della toletta, delle matrone.
Tutto ciò è stato possibile consultando le preziose fonti giunte fino a noi, ovvero i consigli di bellezza di Ovidio, le accurate informazioni sugli ingredienti delle creme e dei profumi di Plinio il Vecchio e di Dioscoride Pedanio e reperti, affreschi e testimonianze provenienti dai siti archeologici di Pompei, Ercolano, Oplontis e molti altri.



TRUCCO e…PARRUCCO
La cura e il benessere del corpo hanno una storia antica, infatti le prime manifestazioni di interesse e approfondimento verso questo argomento hanno origine in Egitto, dove uomini e donne si prendevano cura del loro aspetto estetico, cercando di trovare un rimedio ove fosse possibile (occhiaie, rughe, e acne) attraverso creme e unguenti curativi, o utilizzando altri trattamenti specifici per nascondere i difetti somatici.
Inoltre era in uso cambiare colore ai capelli attraverso delle apposite tinte ed adoperare parrucche o ciocche posticcie per rinfoltire le capigliature o riparare ai danni del calamitrum, strumento metallico utilizzatoper creare onde e ricci.
Il profumo era utilizzato largamente sia dagli uomini che dalle donne per uso personale o per gli ambienti, ed era una merce di lusso, dovuto ai grandi costi di approvvigionamento degli ingredienti, alla produzione ed al trasporto.
Sono arrivate fino ai giorni nostri ricette sia dall’area mediterranea che dall’Oriente e documenti come l’affresco del triclinio della Casa dei Vetti a Pompei.
Erano racchiusi in altrettanto preziosi contenitori, come gli alabastra e gli aryballos, di vari materiali: vetro, osso, bronzo e materiali lapidei.
Come prima cosa si procedeva a rendere l’incarnato candido, rispettando i canoni di bellezza dell’epoca, attraverso l’uso di polveri, il tutto paragonabile al nostro fondotinta. Poi si andava a dare un po’ di colore al viso, utilizzando coloranti equivalenti del nostro fard e veniva dato colore anche alle labbra. Passando agli occhi, ne veniva evidenziata la forma con lo stibium. Si marcavano anche le sopracciglia e veniva steso una sorta di mascara per rendere più evidenti le ciglia. C’era infine l’uso di ombretti colorati per risaltare ulteriormente la palpebra superiore.
AFFIDABILITA’ STORICA?

FRANCESCA ROSSETTI
Laureanda in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali